Un azzeccato slogan pubblicitario di qualche anno fa, suggeriva di equilibrare il processo decisionale che portasse ad acquistare un importante e costoso bene durevole quale una autovettura “con il cuore e con la testa”. Personalmente ritengo questo principio estremamente valido ed applicabile alla perfezione anche per quanto riguarda la scelta della nostra “cara” e amata imbarcazione. A prescindere dalle folli e malsane motivazioni che ci portano a desiderare di possedere e, di tanto tanto, utilizzare un oscuro oggetto del desiderio tale e’ definibile un deriva da regata, occorre anche sapersi orientare nel complesso marasma di proposte offerte dal mercato, quasi fossimo in un caotico “suk” di una qualunque città araba, assaliti da miliardi di strani personaggi pronti a tutto pur di venderci qualche cosa.
Innanzi tutto ci dobbiamo chiedere:
Singolo o doppio? Ogni medaglia ha il suo rovescio: se il singolo ha il suo punto di forza nell’estrema liberta’ di scelta che deriva dal fatto di non dover dipendere da nessuno se non dalla propria voglia di andare in barca, il doppio presenta sicuramente piu’ vantaggi che svantaggi.
La difficolta’ maggiore che si incontra nel doppio e’ sicuramente la ricerca del prodiere. Si badi bene: non di UN prodire (se ne trovano nei circoli quanti se ne vuole) ma DEL prodiere: cambiare di continuo equipaggio non giova ne alle prestazione ne alla salvaguardia dell’attrezzatura (minor affiatamento=maggiori rischi di rotture) ne, di conseguenza, al divertimento. Secondo me il prodiere ideale non e’ ne Paul Cayard ne Arnold Schwarzenegger: molto meglio un compagno, anche di limitata esperienza e risorse fisiche, MA CHE CI SIA, che partecipi attivamente alla gestione della barca ed alla stagione velica che si intende programmare, prendendosi la sua parte di onori e di oneri. Il “prode” prodiere, quindi, e’ parte essenziale nella messa a punto della barca, nell’organizzazione e nella logistica dei trasferimenti, nello studio/analisi/ correzione di conduzione/tattica/strategia di regata, nello sforzo di un miglioramento continuo che ogni equipaggio dovrebbe perseguire, senza per altro esagerare dimenticandosi che in barca ci andiamo per diventirci e non per soffrire. Un prodiere, in pratica, ci stimola ad andare in barca quando magari (a torto) non ne siamo troppo convinti, ci aiuta a montare/smontare/riparare, a trovare soluzioni, guida la macchina, divide le spese, e’ una mano in piu’ (anzi due!) nelle situazioni estreme e, non da ultimo, PARLA e ci tiene compagnia nelle bonacce, negli allenamenti e nei trasferimenti. Un suggerimento? Al di la dell’indubbio vantaggio economico (non me ne vogliano i prodieri!) un prodiere/socio finanziatore, anche se di minoranza, da sicuramente piu’ garanzie d’impegno e di partecipazione di un socio “sulla parola”, che oggi non sta bene, domani ha un matrimonio e dopodomani deve accompagnare la moglie al mare. Risolto il problema del prodiere scegliamo quindi un doppio: diviso due costa meno, e’ piu’ semplice da gestire, piu’ sicuro, piu’ completo, piu’ tecnico epiu’ divertente. Avete mai visto dei singoli battagliare a sangue per guadagnare la posizione piu’ favorevole ritardando al massimo l’ammainata di spi alla boa di popppa? Ci si porta l’amante, l’amico che non si vede da anni, il figlio, il fratello, il nonno ….. Ovviamente dato che non sempre si regata, il doppio rende possibile tranquille passeggiate o belle crociere, cosa che il singolo concede solo sacrificando comfort, prestazioni e sicurezza.
Ma quale doppio scegliere? “Ci piacerebbe l’ …. ma il mio prodiere pesa solo 70 Kg!”; “bello l’ …, ma con solo 160 Kg di equipaggio proprio non ci muoviamo!”; ” il …. naviga che e’ una meraviglia ma costa piu’ di una station wagon!”; “Ho provato il … che tiene davvero bene il mare ma, stando alle cinghie, non riesco ad eviatare il mal di schiena!”; “non trovo nessuno che venga a prua del mio … perche’ dicono tutti che non si divertono!”. Quante discussioni del genere abbiamo sentito tra amici velisti? Quanti tipi di imbarcazioni veramante risolvono questi problemi? Il sottoscritto (70 Kg), sofferente di ernia del disco ereditata da anni a schienare alle cinghie, regato sia con il socio/prodiere (90 Kg) che con la moglie (60 Kg), ottenendo in entrambi i casi degni risultati e senza scendere dalla barca piegato in due. Il F18, infatti, consente di timonare stando comodamente stesi al trapezio al fianco del prodiere che di sovente ha la possibilita’ di lavorare pure la scotta di randa, senza quasi prendere spruzzi dato che lo scafo di sopravvento deve restare sollevato dall’acqua e permette secondo le regole di stazza i compensare la variazione di peso dell’equipaggio semplicemente utilizzando un fiocco ed un gannaker di dimensioni diverse per competere alla pari sia che si pesi 130 o 160 Kg.
In quanto a divertimento, immaginate con 10 m/s di vento filare a 25 nodi di velocita’ con 42 m2 di vela a riva, stesi al trapezio, muti e concentrati a godersi le raffiche con la barca perfettamente soto controllo…. Questo non e’ divertirsi ma e’ puro godimento orgasmico! Ed e’ la risposta alle folli e malsane motivazioni di cui sopra.
Il costo di una imbarcazione nuova, suddivisa tra timoniere e prodiere come prima detto, con relative differenze che esistono tra i vari modelli e’ piu’ basso del costo di una moto di media clindrata, non consuma benzina e non paga il bollo.
Monoscafo o catamarano? Nella mia carriera di catamaranista ne ho sentite un po’ di tutte, anche se ormai i luoghi: comuni piu’ difficili a morire sono stati demoliti dai fatti concreti, davanti agli occhi di tutti:
Non bolinano. Il Formula18, dotato di profondo piano di deriva e barra totalmente neutra, stringe il vento piu’ di un FD andando al doppio della sua velocita’….. Se non e’ bolinare questo!
Le regate non sono tattiche. I percorsi dei F18 sono ormai tutti a bastone: solo boline e poppe. Una strambata ben eseguita non “costa acqua” e virare con un F18 e’ come virare con uno skiff, tanto di moda ma che, secondo me, somma gli svantaggi dei monoscafi a quelli dei multiscafi, senza offrire nessun vantaggio. Mediamente una regata si eseguono tra le 40 e le 50 virate e strambate. Inoltre, per l’elevata velocita’ e la presenza del gennaker che puo’ causare micidiali imprevisti, la regata non e’ mai finita: in un minuto si puo’ guadagnare (o perdere) mezzo lato di vantaggio!! Inoltre la classe F18 e’ l’unica nel settore delle derive ad inserire nelle proprie regate dei percorsi lunghi tipo “crociera” ed organizza un circuito di “raid” in tuto il mondo, a riprova della sicurezza e affidabilita’ che puo’ garantire questa formula.
Le barche sono fragili. Per stazza i Formula18 pesano 180 Kg, che se da un lato sono un po’ pesanti da alare, dall’altro rendono la barca estremamente longeva e quasi indistruttibile: non e’ raro veder vincere regate da barche della prima serie (barche, no vele!). Altra garanzia di sicurezza e’ l’inaffondabilita’ del progetto, l’albero stagno (ci si raddrizza senza difficlta’) e la presenza di randa e fiocco (in caso di difficolta’ si ammaina la randa e con il solo fiocco si puo’ tornare a riva).
I catamarani sono lunghi e complessi da armare. La piattaforma montata di un F18 e’ larga 250 cm, e’ carrellabile ed e’ una barca pronta a scendere in acqua in 30 minuti: si albera (in due e senza dificolta’). si montano le scotte, la timoneria e si armano le vele.
Riassumendo, quindi, in tono che spero venga giudicato divertente e non offensivo, questi sono i miei PERSONALISSIMI consigli per gli indecisi:
- chi ama scuffiare di continuo scelga uno skiff;
- chi ama il mal di schiena scelga un Dart18;
- chi ama finire sempre ultimo in tempo reale nelle regate interserie scelga un Dinghy;
- chi ama finire la regata senza piu’ forze scelga un Laser;
- chi ama cambiare la barca ogni anno scelga un 470;
- chi ama giocare all’autoscontro scelga un Hobie 16;
- chi ama stare tutto il giorno a mollo scelga una tavola a vela;
- chi ama spendere e spandere scelga una Star o un Soling;
- chi ama fare regate nazionali contro tre equipaggi scelga un Tornado;
ma comunque, se veramente amate tutto cio’, non pensate neppure lontanamente che l’F18 sia la barca che fa per voi!! Ecco perche’ ho appena comprato un Optimist (per Jacopo, classe 1992, mio futuro prode prodiere).
Per provare GRATIS la nostra macchina meravigliosa contattate la classe che sara’ felice di organizzare una indimenticabile uscita all’adrenalina pura.
Buon vento a tutti!
Luca Bertani